POLITICA

Genzano – Sicurezza, legalità e lotta alle infiltrazioni mafiose in un convegno promosso dal Pd

Giampiero Cioffredi

Giampiero Cioffredidi Federica Tetti

La sicurezza è un tema che suscita grande interesse perché è un argomento che attiene alla vita di tutti, per questo le  porte della sezione del Pd genzanese si sono aperte per affrontare il tema con Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio. Insieme a lui, sul tavolo dei relatori,  anche il consigliere ragionale Riccardo Agostini e il segretario del Pd genzanese Tonino D’Annibale che ha moderato l’incontro.

“Nel quadro di instabilità economica che si è determinato negli ultimi anni – ha dichiarato Giampiero Cioffredi – si assiste ad una forte espansione della criminalità diffusa ed una contestuale diffusione dei sistemi criminali complessi che si sono radicati in ampi segmenti dell’economia  e nella finanza. In tale contesto si inserisce il lavoro dell’Osservatorio sulla Sicurezza e sulla Legalità della Regione Lazio che vuole rappresentare uno strumento primario a sostegno della definizione delle politiche della sicurezza nella nostra Regione e contribuire fattivamente alla costruzione di strumenti di prevenzione mirati ed efficaci”.

Dal dibattito è emerso che la sicurezza, intesa non soltanto come incolumità fisica, ma anche sicurezza economica, lavorativa e relazionale, incide molto nella qualità di vita di un territorio. “Accrescere la sicurezza – ha continuato Cioffredi – significa quindi non soltanto prevenire e reprimere i reati, ma intervenire anche su diversi ambiti come la povertà, il livello di istruzione, il degrado urbano, la disoccupazione, le politiche per l’immigrazione e più in generale su tutti quei fattori che contribuiscono ad incrementare emarginazione sociale”. Dopo una breve esposizione dei dati in possesso sull’andamento dei fenomeni delittuosi in lieve diminuzione nell’ultimo anno si è passati a parlare della sconcertante esclation dei fenomeni corruttivi e concessivi nella pubblica amministrazione e delle attività illecite legate alle organizzazioni malavitose presenti anche sul territorio laziale”.

“A Roma e nel Lazio le mafie ci sono e fanno molti affari – ha ripreso Giampiero Cioffredi – sono presenti e ben radicate nei nostri territori ma spesso non ce ne rendiamo conto. Una criminalità organizzata che va denunciata, smascherata di cui bisogna parlare senza paura perché rappresenta un cancro per le nostre comunità e lo sviluppo economico. Un sistema territoriale infiltrato dalla criminalità organizzata infatti perde in competitività, in sicurezza lavorativa e sociale, in democrazia e in partecipazione, e dunque in benessere e in libertà. Occorre vigilare dunque che questa criminalità non si infili negli spazi deboli del tessuto sociale”.

“88 sono i clan mafiosi identificati nel Lazio a Roma e in tutta la Provincia c’è spazio per tutti”,  ha continuato passando poi ad analizzare la situazione dei Castelli Romani.

La situazione nei Castelli Romani non sembrerebbe da bollino rosso ma ciò non significa che si possa abbassare l’attenzione dato che alcune inchieste hanno fatto rilevare delle presenze significative tra Albano e Grottaferrata dei Casamonica, soggetti ascrivibili al clan dei Molè a Rocca Priora, ed elementi della ‘ndrangheta organici al clan Mazzagatti di Oppido Mamertina tra Ariccia e Genzano. “Sebbene sul territorio siano presenti delle situazioni di eccellenza dal punto di vista investigativo, l’attenzione deve essere comunque forte – ha concluso ancora Cioffredi – Le Forze dell’Ordine e la magistratura colpiscono i reati, mentre una buona politica deve riconoscere alcuni comportamenti ed essere in grado di prevenirli, individuare le vulnerabilità”.