POLITICA

‘La Giunta Servadio ‘svende’ la cultura ai privati’. Furente anche ‘Sinistra per Velletri’

Non è un pezzo di maggioranza che si stacca solo perchè quel tassello, dalla maggioranza di centrosinistra, si era  già staccato da tempo. Ma non fosse accaduto prima – per altri dissidi ritenuti insanabili (LEGGI QUI)  –  è inevitabile che ‘Sinistra per Velletri’ avrebbe alzato i tacchi e tolto il disturbo proprio in questa occasione. Senza alcun ‘se’ e senza alcun ‘ma’. 

Troppo grosso, per chi di una certa sinistra ci si sente per davvero, ma anche per chi muove i propri pensieri ragionando col buonsenso (qualità che accomuna i tutori della cosa pubblica, qualsiasi sia la loro ideologica politica), quello che è stato apparecchiato, sotto traccia, negli ultimi giorni. Uno smacco troppo grande, per passare inosservato. 

L’Amministrazione formata  da coloro che quando erano all’opposizione osteggiarono il multipiano in piazza Donatori del Sangue, salvo far di tutto pur di farlo passare una volta al governo della città; l’Amministrazione che si oppose all’impianto di digestione anaerobico dei rifiuti – alias biogas -, salvo farne una bandiera una volta odorati i vantaggi; l’Amministrazione di chi ha dichiarato il dissesto dopo aver spergiurato le proprie ‘dimissioni qualora fosse accaduto; l’Amministrazione che si batté contro il piano delle Antenne di telefonia mobile, salvo estrarne dal cilindro tante altre, tutte scientificamente piazzate in punti che più di qualche riflessione l’hanno generata; l’Amministrazione di chi non ha avuto vergogna ad asfaltare ed illuminare la strada fino a due passi da casa, mentre altrove le buche e il buio la fanno da padrona; l’Amministrazione di coloro che volevano essere tanto diversi da quelli che li hanno preceduti e che pure, specie ora che il crepuscolo della propria avventura di governo si avvicina, stanno facendo di tutto per non apparire come tali; beh, proprio quell’Amministrazione, fatta di gente che quando era all’opposizione faceva della parola ‘cultura’ un mantra, ha deciso di imbarcarsi in un’altra avventura i cui vantaggi, per la cittadinanza e per chi ‘cultura’ la fa quotidianamente, sobbarcandosi immani sacrifici, appaiono davvero difficili da scovare.  

C’è poi da credere – nell’atavica propensione di molti di coloro che fanno politica, intimamente certi  di essere più casti e più puri degli altri – che qualcuno si sia pure convinto che tutto quanto messo in ‘campo’ sia sano, puro e giusto; d’altronde capita sovente di passare in maggioranza e ritrovarsi a fare ‘frittate’ prima indigeste, come capita anche di passare all’opposizione (come puntualmente avvenuto) e additare come il ‘male assoluto’ provvedimenti e progetti che quando si era al comando così tanto male non sembravano (a  dimostrazione che di ‘verginelle’, a Velletri e dintorni, non sembrano essercene tante, in ambedue gli schieramenti). 

Eppure la sensazione è che, al di là dei vantaggi che qualcuno da questa operazione potrà ricavare, il credito di cui il Sindaco e la sua squadra godevano si sia ridotto sensibilmente, perchè non può certo bastare qualche rotonda ben sistemata e neppure la fortuna di aver ereditato i finanziamenti del Plus per credere che poi si possa far metabolizzare tutto ad una città che della sua autonomia culturale è sempre andata fiera, vivendo dell’infaticabile passione di chi vi ha dedicato una vita, non pensando (quasi) mai al profitto, vocabolo che difficilmente fa rima con alcunché di culturale.  

Inevitabile, a questo punto, che attacchi durissimi arrivassero – come sta realmente accadendo – in maniera incondizionata e trasversale, persino da parte di chi di quel cartello di maggioranza fa ancora parte (si narra di alcuni esponenti illustri del Pd sul ‘piede di guerra’ e persino la giovane Ilaria Usai, cui è stata affidata la delega della dimissionaria Emanuela Treggiari, parrebbe non aver fatto alcun salto di gioia, disertando la riunione di Giunta che ha dato il via libera alla contestatissima operazione). Dopo il Movimento 5 Stelle (LEGGI QUI), e anche alcuni pezzi dei democrat pronti a mordere le caviglie dei compagni folgorati, anche Sinistra per Velletri non è rimasta ad osservare in silenzio, col portavoce locale, l’ex consigliere comunale Gianluca Marinelli, che ha redatto la seguente nota, che pubblichiamo integralmente.       

Alcuni esponenti di ‘Sinistra per Velletri (il primo a sinistra è Gianluca Marinelli, l’autore della nota qui riportata)

“In riferimento alla recente pubblicazione della delibera della Giunta del Comune di Velletri N° 20 DEL 29/0172016 – vi si legge – Sinistra per Velletri prende atto che, l’Amministrazione comunale intende abdicare alla gestione della cultura e demandare il tutto ai privati. Una scelta attuata attraverso lo strumento della fondazione costituita assieme a due soggetti privati che operano sul territorio individuati senza una procedura pubblica che, negando ad altri soggetti di poter manifestare il proprio interesse per un’iniziativa di portata strategica per la Città di Velletri, crea un precedente che respingiamo con determinazione.

Ovvio che più di qualche domanda sorge spontanea e non solo alla nostra organizzazione. Proviamo, nell’ordine ad evidenziarne alcune:

-Chi ha deciso, e come, chi sono i due soggetti?

-Chi ha deciso, che tale affidamento debba durare 20 anni?

-Sulla base di quali criteri e impegni economici ciò è stato determinato?

– Chi ha scelleratamente deciso, che l’ente pubblico, pur ponendo a disposizione della Fondazione gran parte del suo patrimonio immobiliare, nella composizione del Consiglio Direttivo sia posto in condizione di minoranza permanente?

– Perché, su un tema così importante per la nostra Città, si decide di arrivare in Consiglio comunale senza un preventivo confronto pubblico con tutti i portatori di interessi che operano nel settore sia professionalmente che a livello di volontariato? 

-Perché, si è già deciso l’assetto organizzativo del nuovo soggetto?

-Chi sono coloro che già si sentono Direttore Artistico e Direttore Amministrativo “in pectore”?- Perché, delegittimare e mortificare ancora una volta il Consiglio comunale, il suo ruolo di rappresentanza come espressione e spazio di gestione della cosa pubblica riducendo i consiglieri comunali a semplici “passacarte” di decisioni assunte in altra sede? 

- Al momento, l’unica risposta certa, a queste ed altre domande, è che questa iniziativa dimostra che ancora una volta c’è chi confonde la gestione della cosa pubblica con la gestione di un bene privato”.  

 

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