Nel giorno in cui Barbara Calandrelli ha rimesso la sua delega di Assessore ai Servizi Sociali, anche Gianluca Staccoli ha fatto un passo indietro, rassegnando le proprie dimissioni da Presidente del Consiglio comunale di Ariccia.
Lo ha comunicato in apertura dei lavori consiliari, ritenendola “una scelta sofferta, ma dovuta, figlia del rispetto che devo alla comunità di Ariccia, non riconoscendomi più in questa Giunta comunale da quando il compianto Sindaco Di Felice, a causa della sua malattia, ha iniziato ad essere meno presente.
E’ venuta meno la condivisione per le scelte politiche per le azioni da mettere in campo per la città e alcuni membri della Giunta hanno delegittimato il ruolo del Consiglio comunale, decidendo in autonomia. Ho cercato in questi anni di guidare l’aula nel rispetto della terzietà del ruolo ricoperto – ha aggiunto Staccoli – consapevole però di far parte di una maggioranza che aveva in testo un disegno chiaro, rappresentato dal programma elettorale condiviso. Oggi che è venuto meno sento il dovere di dimettermi, ed approdare nei banchi del Consiglio per riaffermare quanto condiviso coi miei elettori, per poter parlare e contribuire al dibattito politico in modo libero e franco.
Sono onorato di aver potuto ricoprire un incarico così prestigioso, per il quale ho messo passione e impegno e ringrazio tutti, l’intera aula, il segretario generale, i dirigenti, gli uffici comunali e la cittadinanza”.
Staccoli ha poi lasciato il posto al suo vice, Ermanno Bravetti, chiamato a ricoprire il ruolo in un momento davvero delicato ed in apertura di una seduta consiliare, quella che dovrà portare all’approvazione del Bilancio preventivo, il cui via libera è davvero in forse, visti i numeri, ormai risicati, di una maggioranza che non sembra più tale.
La seduta è proseguita nell’assenza dell’Assessore al Bilancio, Luigino Proietti, con la vicesindaca, Elisa Refrigeri, “costretta” a presentare lei i cardini del documento economico finanziario in approvazione. Proprio Staccoli ha poi ripreso la parola, annunciando il proprio voto negativo ad un “bilancio definito pre-Covid”, “che non è reale e rappresenta una follia. Un bilancio vuoto, mascherato di false attese. Un’autentica presa in giro”.
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