Cultura

Panettone o Pandoro? Valutiamoli con la biologa nutrizionista Alice Morandini Rossi. E voi, quale scegliete?

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BENESSERE ALIMENTARE

Il pandoro e il panettone analizzati dalla dottoressa Alice Morandini Rossi, biologa nutrizionista

Il pandoro ed il panettone, simboli indiscussi del Natale, da sempre sulle nostre tavole. Questi protagonisti del periodo natalizio li conosciamo davvero bene?

Il pandoro, diretto discendente del Nadalin (dolce veronese a forma di stella, tipico del periodo natalizio), deriva dal nome in lingua veneta “Pan de Oro”; le sue origini sembrano risalire all’antica Roma. Brevettato nel nome, nella forma e nella ricetta da Signor Domenico Melegatti nel 1884.

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Secondo la denominazione del disciplinare, si tratta di un prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto da una fermentazione naturale da pasta acida.

Lo mangiamo a colazione, per merenda, farcito con creme, lo usiamo per fare altri dolci. Nelle nostre case, non manca mai!

La pasta è soffice, profumata di vaniglia, la crosta morbida ricoperta di zucchero a velo..un dolce dalla preparazione lunga e complessa!

Fra gli ingredienti principali troviamo farina, burro, zucchero, uova, burro di cacao e lievito. 

Volete sapere i valori nutrizionali? Ecco a voi: 

Una porzione da 100 grammi contiene, in media, 424 kcal, 7,9 gr di proteine, 50 gr di carboidrati e 22 gr di lipidi.

Il “rivale” del pandoro: “il pan de Toni”, il panettone. Tipico dolce milanese, dall’inconfondibile presenza di uvetta e canditi.

 La leggenda narra che alla vigilia di Natale, il capocuoco degli Sforza bruciò il dolce preparato per il banchetto ducale. Toni, allora, decise di sacrificare il panetto di lievito madre che aveva tenuto da parte per il suo Natale. Lo lavorò a più riprese con farina, uova, zucchero, uvetta e canditi, fino ad ottenere un impasto soffice e molto lievitato. Il risultato fu un successo strepitoso, che Ludovico il Moro intitola Pan de Toni, in omaggio al creatore. 

Sono numerose le leggende, le storie e le citazioni storiche di questo dolce. La più accreditata lo fa risalire alla tradizione del medioevo: preparare, in occasione del Natale, dei pani molto ricchi serviti dal capofamiglia ai commensali.

Sono ammessi solo quelli indicati nel Regolamento dell’Accademia dei Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano.

Farina, lievito, burro, zucchero, uova, uvetta, scorza di cedro e di arancia canditi, questi alcuni degli ingredienti. La crosta scura appena screpolata, la forma cilindrica e la mollica alveolata, queste le caratteristiche di un dolce che lievita per più di 24 ore! Una preparazione complessa, che richiede tempo e molta pazienza! 

Di seguito i suoi valori nutrizionali:

Una porzione da 100 gr contiene, in media, 337 kcal, 6.4 gr di proteine, 56.2 di carboidrati e 10.7 gr di lipidi.

Di fronte a tante alternative disponibili sul mercato, quali scegliere?

Per quanto riguarda l’aspetto normativo è utile ricordare che entrambi i dolci, come altri prodotti dolciari da forno, vengono disciplinati dal decreto del 16 maggio del 2017, che ha modificato il DM del 22 luglio 2005 e che assicura la trasparenza sul mercato e permette al consumatore di ottenere informazioni dettagliate in merito alla loro composizione.

Leggiamo bene le etichette, in esse troviamo le caratteristiche che ci servono per compiere scelte consapevoli. 

In entrambi i casi, è bene controllare:

– numero di impasti

-tempi di lievitazione

-lievito madre (lievitazione naturale)

-materie prime (uova di categoria A, burro)

-controlli lungo la filiera di produzione.

E voi quale preferite? 

Tanti auguri per un dolce Natale!

Dottoressa Alice Morandini Rossi

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