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L’immondizia di Roma finirà a…Napoli (100 tonnellate di indifferenziata al giorno)? Anche Velletri torna ad aver paura

rifiuti

La provincia di Napoli, uno dei territori che in passato ha più sofferto sul fronte dei rifiuti, ora potrebbe tendere una mano alla Capitale. Dalla municipalizzata di Roma è, infatti, partita una richiesta di aiuto diretta a Sapna, la società che si occupa dello smaltimento dell’immondizia nella Città metropolitana partenopea, per poter conferire circa 100 tonnellate al giorno di indifferenziati.

L’istanza, che punta a scongiurare la crisi innescata dalla chiusura di una discarica vicino Frosinone, è in fase di valutazione. Il sindaco Luigi De Magistris, per ora è cauto: “Ci rendiamo conto che bisogna ascoltare chi ha bisogno, a differenza di quanto magari è accaduto viceversa nel passato – la sottolineatura -, ma dobbiamo fare approfondimenti di natura tecnica perché al primo posto vengono la città di Napoli e i 92 Comuni dell’area metropolitana”.

Il Primo cittadino ha riferito ad Ansa che gli impianti di Sapna ”in questo momento sono tecnicamente in condizioni di poter accogliere rifiuti provenienti dalla città di Roma grazie al lavoro enorme che abbiamo fatto in questi anni”. Tuttavia, sul piatto della bilancia ci sono anche le esigenze manutentive dei macchinari in questione e il possibile aumento dell’immondizia prodotta in loco nei prossimi mesi. Quindi nulla è scontato”.

Proprio per questo, la Capitale ha tentato anche altre strade. Dalla prossima settimana una parte dei suoi rifiuti potrebbero finire in Toscana. Sarebbe, infatti, in fase di ultimazione un accordo con il Lazio. Mentre è già attiva e vigente un’intesa con l’Abruzzo.

In ballo c’è anche una gara per poterli trasportare all’estero. Sì, perché uno dei problemi che da sempre attanaglia Roma è la carenza di impianti e siti di smaltimento, un vulnus che la rende dipendente da altri territori. Proprio su questo tema si danno battaglia da 5 anni il Campidoglio a 5 stelle e Regione a trazione dem (ma prima di loro anche altre amministrazioni fecero lo stesso).

Zingaretti, di recente, ha ordinato al Comune di consegnare entro fine mese un piano per l’autosufficienza impiantistica, pena il commissariamento. “La crisi generata dalla chiusura improvvisa della discarica di Roccasecca (quella in provincia di Frosinone,) e di altri impianti del Lazio non può essere imputata a Roma Capitale – la risposta di Palazzo Senatorio -. Il commissariamento è solo un modo con cui la Regione sfuggirebbe ulteriormente alle sue responsabilità”.

Nel frusinate, intanto, una serie di Comuni si sono rivolti al Ministero della Transizione Ecologica. “Insieme a diversi sindaci della zona abbiamo inviato una richiesta al Ministero per procedere al commissariamento della gestione dei rifiuti, ora in capo alla Regione, per il nostro territorio – riferisce il primo cittadino di Frosinone Nicola Ottaviani -. Si è infatti creato un evidente cortocircuito tra Comune di Roma e Regione. La discarica di Roccasecca, ora piena, è stata utilizzata anche e soprattutto dal Comune di Roma, per volontà regionale. Ora ci troviamo a dover mandare anche noi i rifiuti fuori provincia con un aggravio di costi che, a nostro avviso, dovrebbe ricadere sui soggetti istituzionali che hanno causato questa impasse” .

In un contesto emergenziale del genere neppure Velletri e i suoi abitanti sembrano dormire sonni tranquilli, visto che il timore, ancora una volta, torna allo spettro di un coinvolgimento come discarica dell’ex Cava che si trova in zona Lazzaria. Il “no” della maggioranza in Regione all’odg presentato da Fratelli d’Italia, d’altronde, lascia ampi spiragli affinché a Velletri si possa continuare a battere la strada del business coi rifiuti.

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