POLITICA

Velletri ha perso il Punto Nascita, De Marchis (IV) durissima: “In cambio di cosa avete venduto il nostro Ospedale?”

de marchis ospedale velletri

Dopo quanto svelato in anteprima da “Castelli Notizie”, che nel pomeriggio di venerdì ha annunciato alla popolazione la decisione della Regione Lazio di chiudere definitivamente il Punto Nascita dell’Ospedale di Velletri, è arrivato il commento a caldo della capogruppo cittadina di Italia Viva, Maria Paola De Marchis, che nell’autunno scorso capeggiò la manifestazione di protesta tesa a chiedere la riapertura di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria.

Da allora si sono rincorse le promesse del duo Mostarda (Direttore Generale Asl Roma 6) – D’Amato (Assessore Regionale alla Sanità), anche se il passare del tempo ha accresciuto le perplessità di chi aveva smesso già da tempo di credere alla favoletta raccontata per mesi da chi era conscio di vestire i panni del pifferaio magico.

Maria Paola De Marchis
De Marchis all’incontro dello scorso ottobre

“Ecco, qualcuno diceva che ero Cassandra – ha esordito De Marchis, a commento della notizia pubblicata dal nostro giornale -. Qualcuno si è accontentato della promessa di un progetto che la Regione prima o poi avrebbe approvato – ha aggiunto -. Qualcuno ha permesso l’inizio dell’agonia del nostro Ospedale.

Il passo successivo – ha evidenziato Maria Paola De Marchis – sarà il declassamento a punto di Primo soccorso e a questo punto qualcuno dirà che non è possibile tenere aperto un ospedale che non ha la possibilità di rispondere in tempo immediato all’emergenza e che serve solo come punto di smistamento verso gli ospedali veri.

Un Ospedale come il nostro, con la storia che ha alle spalle, in una città di 53.000 abitanti, distribuiti in un territorio che per attraversarlo ci vuole più di un’ora, vittima di una Regione che invece di scelte sanitarie compie scelte di opportunità politica contando sull’amministrazione più accondiscendente.

Qual è stato il prezzo del silenzio e dell’accondiscendenza? In cambio di cosa avete venduto il nostro Ospedale?”, si è chiesta in chiusura la capogruppo di Italia Viva, con un interrogativo che squarcia in due l’impianto di un’Amministrazione che aveva sin qui predicato pazienza e fiducia. Fino a quello che in tanti – in primis il consigliere regionale di Fdi, Giancarlo Righini – avevano presentato come “l’inevitabile epilogo di un’agonia tesa a far morire l’Ospedale di asfissia”.

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