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Monte Compatri – Scuola Media torna a Laghetto, i genitori: “Più che un successo, un diritto”

scuola laghetto monte compatri

Dopo la bocciatura della scuola Todis da parte del Commissario Borelli e la predisposizione del rientro della scuola media di Laghetto nella sua sede originaria, l’ex sindaco D’Acuti è stato investito da una nuova ondata di polemiche provenienti tanto dagli avversari politici quanto da quegli stessi genitori che lo scorso anno si sono mobilitati per protestare contro il trasferimento dei propri figli nel centro urbano di Monte Compatri.

A chi lo ha accusato di aver speso 140 mila euro per il trasferimento illogico di quasi 200 alunni, D’Acuti ha risposto con un lungo post su Facebook in cui, in estrema sintesi, ha spiegato che questa scelta impopolare e difficile è stata dettata dall’urgenza di trovare una soluzione per far tornare i ragazzi a seguire le lezioni in presenza con tutte le misure di sicurezza imposte dalla pandemia. Una risposta che non ha certamente soddisfatto i cittadini di Laghetto, i quali, intervistati da Castelli Notizie, hanno voluto chiarire meglio la loro opinione su quanto accaduto lo scorso anno e sulle aspettative che nutrono per il futuro.

Reputate che il ritorno delle scuole nella sede di Laghetto sia un successo?

“Più che un successo è una restituzione alle famiglie della nostra frazione in quanto l’anno scorso è stato disatteso il principio di prossimità della scuola dell’obbligo. Sarebbe stato un successo se la scuola non ci fosse stata, ma la scuola era già lì andava solo adeguata alla situazione e si sarebbe dovuta trovare una soluzione per il surplus dei ragazzi come si è fatto per questo anno scolastico. In realtà in questa storia nessuno ha vinto, i ragazzi si sono sacrificati per un anno rinunciando ad ore di lezione e tempo libero, e quest’anno si ritrovano una struttura uguale a quella lasciata due anni fa. Più che un successo è stata persa un’occasione di intervenire sulla scuola esistente”.

A vostro avviso, quella del modulo abitativo era una soluzione percorribile anche lo scorso anno?

“Poteva esserlo anche se non è stato assolutamente preso in considerazione dall’uscente amministrazione comunale, perché proposta da noi genitori e da consiglieri comunali di opposizione che si erano fatti nostri portavoce. In diversi comuni d’Italia sono stati utilizzati, e comunque sarebbe stato per un tempo limitato. Molto probabilmente sarebbe stata una soluzione anche più economica, consentendo magari di investire i fondi risparmiati per effettuare interventi sulla scuola o per acquistare attrezzature per i ragazzi”.

D’Acuti ha spiegato che, se il numero dei ragazzi fosse rimasto uguale a quello dello scorso anno, il rientro a Laghetto non sarebbe stato possibile e che per lui né l’opzione container né le altre proposte erano accettabili. Cosa ribattere in merito?

“D’Acuti deve spiegare ancora ai cittadini l’ingente somma di denaro pubblico speso per un così breve periodo di tempo e comunque in questo momento non è lui che decide. Lo scorso anno si parlava di 190 alunni, quest’anno di 160, se i numeri sono questi è bastata una riduzione di 30 alunni per risolvere la problematica? La gestione dei 30 alunni in più non poteva essere fatta con i moduli abitativi in adiacenza alla scuola?”

Il problema degli spazi e delle infrastrutture scolastiche a Laghetto di fatto è ancora presente. Cosa pensate del container per la materna e soprattutto cosa chiedete al futuro sindaco riguardo l’edilizia scolastica nella frazione?

“La frazione di Laghetto è quella che, nel territorio comunale, è cresciuta di più come popolazione a livello numerico ed ha bisogno di strutture scolastiche adeguate, funzionali e sicure. L’utilizzo dei container può essere una buona soluzione temporanea, ma non una spesa inutile visto che potranno essere riproposti per altri usi (es. uffici comunali). Appare evidente che indipendentemente dall’emergenza Covid le strutture scolastiche a Laghetto dovranno essere avviate ad un piano di adeguamento e ammodernamento, non solo per problemi numerici rispetto al numero di alunni in crescita da anni, ma soprattutto per consentire ai ragazzi di avere a disposizione spazi comuni per laboratori attività didattiche e sportive. Non si può pensare che la scuola nel 2021 sia solo l’aula e un banco serve molto di più per offrire servizi adeguati”.

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