Cronaca

OMICIDIO WILLY | Il dott. Diego Cirillo medico legale citato dalla difesa dei fratelli Bianchi. Gli imputati si scaricano le colpe a vicenda

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Dopo la sospensione causa Covid, col rinvio dell’udienza del 13 gennaio, è ripreso in settimana il processo a carico dei 4 giovani accusati di aver ucciso Willy Monteiro Duarte, nel tragico sabato notte del 5-6 settembre del 2019, quando il povero aiuto cuoco di Paliano venne massacrato di botte. Nei giorni scorsi si è tornati nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, dove è andata in scena la deposizione dei medici legali citati dalla difesa. I medici legali, il veliterno Diego Cirillo e Luigi Cipolloni, hanno riferito sulle cause che, a loro parere, avrebbero provocato la morte di Willy: colpi violenti inferti alla schiena e non allo stomaco e al torace come invece emerso dall’autopsia svolta dal prof. Saverio Potenza su ordine dei Pm di Velletri

A detta del dottor Cirillo, quindi, medico legale e consulente della difesa dei fratelli di Artena (accusati del reato di omicidio volontario e non più preterintenzionale), Willy sarebbe morto in pochi minuti, per un’emorragia cardiaca, che gli avrebbe causato infiltrazioni di sangue nei polmoni. Per i medici legali della difesa, quindi, a provocare la morte di Willy sarebbe stato dei colpi violenti inferti alla schiena, e non allo stomaco e al torace, come emerso invece dall’esame autoptico svolto dal consulente della Procura della Repubblica, per il quale Willy sarebbe morto per emorragia interna causata dai colpi frontali, in particolare quello inferto contro il torace da Gabriele Bianchi, considerato un esperto di arti marziali. 

“Quella di Willy è stata una morte rapida”, ha dichiarato il dottor Cirillo, che ha riferito anche quelle che sono state le ultime parole del povero ragazzo (“Non riesco a respirare”). Una considerazione, quella del medico legale, che potrebbe essere importante per la strategia difensiva dell’avvocato Massimiliano Pica, che difende i due fratelli artenesi. 

A quanto pare si è confermata la piega presa dal processo, che è diventato terreno di scontro tra gli imputati, che sin dalle prime battute hanno preso ad accusarsi vicendevolmente. I due fratelli Bianchi, nelle precedenti udienze, hanno infatti puntato il dito contro F.B., l’unico dei 4 che è stato sin dagli inizi posto agli arresti domiciliari. Ad aggravarsi sarebbe anche la posizione del quarto componente del gruppo, quel Mario Pinciarelli che è detenuto nel carcere di Regina Coeli, a differenza dei due fratelli Bianchi, ristretti presso il Carcere di Rebibbia. Un conoscente dei fratelli Bianchi, che ha assistito al pestaggio mortale, ha infatti dichiarato di aver visto una persona vestita di bianco infierire sul corpo di Willy mentre i due fratelli si allontanavano; un identikit che corrisponderebbe proprio a quello di Pinciarelli. 

Va ricordato che durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al Gip, i due fratelli artenesi respinsero ogni accusa, sostenendo di essere intervenuti solo per dividere e di non aver in alcun modo toccato il povero Willy. Di tutt’altro parere il Comandante del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Colleferro, il Tenente Roccazzello, che lasciò una deposizione piuttosto dura nei loro confronti.

Il processo, iniziato lo scorso anno, dovrebbe arrivare a sentenza nel mese di aprile, in ritardo rispetto a quel 24 marzo che si pensava potesse essere l’udienza finale.

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