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Ancora autisti Cotral aggrediti, ma nessuna parola di solidarietà e condanna dalla Regione e dall’azienda. Perché?

carabinieri cotral bus velletri

E’ un silenzio che fa rumore, quello che ancora una volta sta accompagnando gli ennesimi episodi di violenza ai danni di autisti del Cotral. Le ultime due aggressioni ci portano a Velletri e Colleferro, roba di questi giorni, dove si sono registrate le ennesime violenze ai danni di chi si trova a guidare i bus del servizio pubblico, sulle linee extraurbane.

Alla fermata Cotral di largo Oberdan di Colleferro un cittadino egiziano di 20 anni ha picchiato l’autista del mezzo che lo aveva redarguito perché non aveva la mascherina, il biglietto e i documenti: l’autista è stato refertato in ospedale con 5 giorni di prognosi.

A Velletri, invece, un 24enne è stato identificato e denunciato dai carabinieri con le accuse di percosse e danneggiamento, dopo aver schiaffeggiato un autista al Nodo di Scambio e aver danneggiato il mezzo con un sasso.

Episodi che rappresentano solo la punta di un iceberg dello stato di tensione quotidiano che si vive a bordo dei mezzi, dove gli insulti sono all’ordine del giorno, con gli autisti che quotidianamente vengono dati in pasto a chi danneggia i mezzi o vi sale senza titolo di viaggio, reagendo duramente alla richiesta degli stessi. Paradossale, peraltro, che di fronte ai danneggiamenti costanti dei mezzi, spesso opera di giovani scalmanati, raramente qualcuno si preoccupa di visionare i filmati interni, per assicurare i responsabili alla giustizia. Non è affatto raro, anzi, che i bus rientrino nei depositi con pesanti danni ai sedili, porte e finestrini. 

Quel che è peggio è che la cosa va avanti da anni senza che l’azienda appaia orientata a prendere provvedimenti concreti per fermare questa sequela di atti vandalici. Paradossale, di fronte ai danneggiamenti dei mezzi, che all’indomani dell’atto vandalico l’autista del mezzo sia obbligato, fuori l’orario di servizio, a recarsi personalmente a sporgere denuncia alle forze dell’ordine, per far scattare così le procedure assicurative di risarcimento danni, a cui l’azienda sembra evidentemente più interessata, ignorando l’utilità delle riprese, che fungerebbero da deterrente ad un “modus operandi” a dir poco vergognoso da parte di quella parte di utenza più esagitata. Tra le corse più turbolenti, almeno nel bacino sud di Roma, vanno annoverate quelle serali da Roma Anagnina per Rocca di Papa e Rocca Priora, e quelle da Nettuno per Roma Anagnina.

Ed è un silenzio che fa rumore, dicevamo in premessa, quello delle istituzioni regionali: nessuno, ancora una volta, né il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, tantomeno l’Assessore Regionale ai Trasporti, Mauro Alessandri, ha proferito una parola di solidarietà per i due autisti aggrediti, secondo un filone che purtroppo si ripete da tempo e non risparmia certamente le tante donne autiste, fatte oggetto di improperi sessisti. 

Nessun post sui social, nessun comunicato stampa, come di solito avviene quando ad essere colpite sono altre categorie di lavoratori. Silenzio tombale anche da parte dei vertici della stessa azienda di trasporti pubblici laziali, coi canali social rimasti ancora una volta “silenti” di fronte alla becera aggressione ai danni di chi quell’azienda la rappresenta quotidianamente, in prima fila, alla mercé di tutti. Senza particolari tutele, stipendi inferiori rispetto al passato, e persino l’amarezza di dover subire oltre al danno fisico e morale anche la beffa di non avere una parola di solidarietà.

Di fronte agli encomi pubblici coi quali si è soliti investire altri lavoratori, quindi, per gli autisti del Cotral solo il silenzio, quasi fossero dei reietti. Le uniche note stampa pervenute alle agenzie, di conseguenza ai giornali, sono per dovere di cronaca quelle del segretario della Lega, Provincia Roma sud, Tony Bruognolo, e il segretario provinciale Faisa Cisal Roma-Lazio, Luciano Colacchi.

Non è mancato un virgolettato della Fast-Confsal Regione Lazio: “Non si può rimanere ancora in silenzio. Ribadiamo ancora una volta che le aggressioni contro i Lavoratori non possono e non devono rimanere impunite. Chiediamo che le istituzioni a livello locale e nazionale pongano la giusta attenzione a tali episodi, sempre più ricorrenti. Riteniamo doveroso che gli autisti nelle ore notturne e nelle tratte isolate non vengano lasciati soli. Esprimiamo la nostra più sentita vicinanza al collega aggredito, concretizzando ulteriori azioni atte alla sensibilizzazione del fenomeno”. Questo il commento del Responsabile Cotral Fast-Slm Pietrella Tiziano

L’indifferenza nei confronti degli autisti è parsa ancor più evidente durante la presentazione della centrale operativa e dell’acquisizione della Roma-Lido e della Roma-Viterbo, durante la quale la Presidente del Cotral, Amalia Colaceci, e il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, si sarebbero limitati a ringraziare gli amministrativi per “lo splendido lavoro svolto”: nell’incensare il loro lavoro, che ha contribuito a riportare in attivo l’azienda, nessun elogio a chi fattivamente ha contribuito col proprio lavoro a rendere possibile che ciò accadesse, ossia i conducenti, che ogni giorno mettono a repentaglio la propria incolumità, subiscono sulla propria pelle le frustrazioni dei pendolari adirati, e si trovano ad aver a che fare con stipendi inferiori rispetto a quelli che i colleghi, in passato, portavano a casa. 

Parole di solidarietà per gli autisti e di condanna rispetto all’indifferenza che sembra aleggiare intorno a loro, arrivano anche dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini, che già nel 2017 denunciò “la grancassa mediatica che Zingaretti cerca da tempo di far risuonare con le sue tappe in giro per il Lazio, che si scontra con una realtà ben diversa rispetto alle luci che cerca di far brillare sulle sue stucchevoli iniziative”. Righini mise in risalto “la situazione di difficoltà per quanto riguarda il personale e in particolar modo gli autisti, costretti a lavorare in condizioni usuranti”.  Oggi, come allora, Giancarlo Righini ribadisce la “mancanza di tutele per chi, in prima linea, rappresenta l’azienda, ed è costretto a farlo in condizioni di sicurezza al limite, senza che si faccia granché per prevenire queste aggressioni ed assicurare alla giustizia chi se ne rende protagonista. Stupisce ancor di più – ha aggiunto e concluso – che neppure dall’azienda vi sia una parola di conforto per chi mette a repentaglio la propria sicurezza per difendere il buon nome della stessa”.

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