Politica

Genzano, l’intervista all’Assessora Giulia Briziarelli: “La politica non sia schiava dei bisogni personali”

Nella Giunta comunale di Genzano è la più giovane, ed è la titolare delle deleghe alla Cultura, Politiche Educative e formative, nonché ai rapporti col Sistema Castelli Romani.

Giulia briziarelli

Dell’Amministrazione Zoccolotti, che si è insediata nell’autunno del 2020, è uno dei due volti rosa. Nella Giunta comunale di Genzano è la più giovane, ed è la titolare delle deleghe alla Cultura, Politiche Educative e formative, nonché ai rapporti col Sistema Castelli Romani.

Sguardo radioso, sempre positiva e propositiva, con lei – Giulia Briziarelli – ci siamo casualmente soffermati su alcuni aspetti dell’intreccio tra l’attività di amministratrice e le sue passioni più grandi, senza dimenticare quella per le sette note, lei che è stata ed è anche un’apprezzata musicista e vocalist.

Assessora Briziarelli, sappiamo che insegna filosofia e – questo è ai più noto – fa politica attiva nella nostra città ormai da qualche anno. Che rapporto c’è, secondo lei, tra la politica e la filosofia?

“Una bella domanda! Comincio dalla filosofia: per me è una scelta di vita, un arte del vivere serenamente e con equilibrio la nostra quotidianità. Che è fatta certamente di difficoltà, di malattie, di incontri sfortunati ma anche fortunati. Di sacrifici e di scelte difficili. Di perdite e di partenze, ma anche di arrivi e di profonde amicizie. La filosofia è coraggio di vivere secondo il senso della misura. La filosofia mi ha insegnato, e tutti i giorni mi rammenta, la capacità di discernimento tra il troppo, gli eccessi, e il giusto.

La politica, invece, è dedizione alla propria comunità, è cercare di performare la realtà concreta su una visione della collettività più lungimirante possibile. Una prospettiva che guardi al futuro e che lasci alla future generazioni nuove prospettive. 

La politica è amore per il prossimo. Ma per amare puramente e senza desiderio di tornaconto, di una qualche carriera personale o elettorale, ci vuole coraggio e senso della libertà incondizionata. In questo la filosofia è maestra”.

Questo modo di fare politica, come può concretizzarsi?

“Per esempio imparando a bilanciare il proprio ruolo nella società. Noi non siamo soltanto politici, ma cittadini, lavoratori, genitori, figli, amici. Sembra sempre che siamo rivestiti di un solo ruolo. Ma è l’insieme di tutto ciò che siamo ad essere fondamentale per l’equilibrio. Per esempio il fatto di non essere legati alla politica per soddisfare le proprie carenze professionali o lavorative, rende liberi. Liberi di perseguire la cosa giusta con il coraggio che serve. Liberi di guardare al bene comune e non soggettivo.

Oppure il non dimenticare gli affetti a noi più cari, ma condividere del tempo con loro, tempo prezioso e unico, che ci permette di continuare ad alimentare quell’amore interiore, fondamentale sia nella vita privata che in quella pubblica. Perché soltanto così, diventa possibile attuare quella serenità sperimentata nei rapporti più intimi e significativi”.

Ma in una società frenetica, spesso frettolosa e piena di impegni come la nostra, se si attua un modello di questo tipo, non si rischia di essere fraintesi?

“Nel mio lavoro ho imparato a selezionare le cose davvero importanti, a dare valore e priorità alle infinite richieste quotidiane che il nostro servizio politico ci sollecita. Ho imparato molto di più a lavorare in squadra e a delegare, a tenere a bada quella voglia di essere sempre presente e in prima fila. E proprio in nome della gestione del tempo e della mia vita, ho imparato che c’è un tempo per tutto nella giornata, per lavorare, per mangiare, per riposare, per vivere.

Se uno spazio sovrasta l’altro, il tanto ricercato equilibrio viene meno. Questo modo di vivere è antico quanto la cultura mediterranea. Non dico nulla di nuovo. Certo è che un approccio così può destare risentimento o ancora di più può indurre colui che ignora tale stile di vita, e che preso dalla smania di dominare tutto desidera tutto controllare, a pensare che si stia in realtà sottovalutando il peso delle cose della vita. Non è così, anzi la leggerezza interiore aiuta a vivere alleggerendo i pesi, per meglio portarli senza farsi del male da soli”.

Perché il disinteresse dalla propria carriera è fondamentale nella politica, e soprattutto è possibile realizzarlo veramente?

“Marco Aurelio, imperatore, guerriero, uomo e filosofo ha saputo bilanciare la sua ascesa personale al potere senza esserne schiavo. Mi spiego meglio, le scelte di ogni giorno in ambito lavorativo, e soprattutto per chi fa politica, non devono essere legate al proprio bisogno personale ma devono guardare al bisogno dell’umanità. Mi devo chiedere sempre: questo che conseguenze positive ha sulla mia comunità?”.

Eppure in politica non accade quasi mai.  Anzi in generale, in ogni settore, il criterio dei personalismi, in una società come la nostra, la fa da padrona. Perché?

Perché abbiamo dimenticato le cose davvero importanti. Abbiamo dimenticato ciò che siamo, abbiamo assopito le virtù migliori e non sappiamo frenare quella smania interiore che cieca, ci spinge a superare i limiti dell’equilibrio, e ci spinge a fare di tutto pur di sentirci al di sopra degli altri.

La filosofia è politica e la politica senza filosofia non è amore della polis, ma di se stessi”.

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