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Ariccia, il Comune acquista la parte occidentale dell’area archeologica dell’Orto di Mezzo

Erma Bifronte (foto di archivio)

Il Comune di Ariccia acquista la parte occidentale dell’area archeologica dell’Orto di Mezzo e si amplia l’area di interesse archeologico del Parco dell’Appia Antica al XVI miglio.

Con il contributo della Città Metropolitana di Roma Capitale di euro 250.000, finalizzato alla realizzazione di interventi rivolti al recupero del Parco Archeologico dell’Appia Antica nell’ambito del Piano Restauri Provinciale 2001-2003, il Comune di Ariccia ha
acquistato la parte occidentale dell’area archeologica dell’Orto di Mezzo (estesa per un ettaro e mezzo) che si trova lungo la Via Appia Antica in Valle Ariccia.
L’ufficio tecnico comunale ha predisposto un progetto di fattibilità, nel quale si evincono gli interventi
da eseguire riguardanti la sistemazione per la fruizione alla collettività del parco in esame, corredato dalla relazione storico-artistica redatta dal Conservatore di Palazzo Chigi Arch. Francesco Petrucci.

Erma Bifronte (foto di archivio)

L’intervento è stato recuperato dall’Amministrazione Di Felice, da una iniziativa della precedente amministrazione, ed ha come scopo la valorizzazione dell’area archeologica in questione, nonché la valorizzazione paesaggistica di tutto il tratto di
Appia Antica compreso nel Comune di Ariccia che va dal Romitorio della Stella, area del cd. tempio di Asclepio, sino al confine con il comune di Genzano. All’inizio del tratto aricino della Regina Viarum sono presenti delle strutture di interesse archeologico,
forse riferibili ad un tempio del dio della medicina Asclepio, che saranno messe in luce attraverso la riduzione dell’altezza del muro di cinta compensata da una ringhiera.


Con l’ampliamento delle aree archeologiche di proprietà comunale lungo l’Appia Antica, c’è dunque una ferma e precisa volontà di completa riscoperta del tratto di Via Appia Antica ricadente nel territorio comunale, per dare vita ad un parco archeologico
funzionale allo studio dell’arteria romana, che garantirebbe nell’area di Valle Ariccia interessata dal passaggio dell’antica arteria un’adeguata protezione ambientale, e, il riconoscimento di una forte testimonianza storica-archeologica a livello nazionale.
La possibilità di ottenere il suddetto contributo dalla Provincia di Roma e dalla Città Metropolitana di Roma Capitale era stato a suo tempo segnalato all’amministrazione comunale di Ariccia, non appena insediata, dagli archeologi responsabili
dell’Archeoclub Aricino Nemorense APS, Vincenti e Silvestri, che sull’importanza dell’area in questione hanno relazionato di recente in occasione del convegno “La Via Appia Antica e il Grand Tour tra Roma e Colli Albani” tenutosi lo scorso 7 e 8 giugno
2019 presso il Palazzo Chigi. L’Associazione in questione, che fa parte del Comitato Nazionale di Appia Day, da anni si occupa anche della ripulitura e valorizzazione dei siti ubicati lungo l’Appia in collaborazione con le maestranze del Comune di Ariccia e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.


All’interno dell’area archeologica, denominata dell’Orto di Mezzo (sotto l’abitato moderno della città) si trovano numerose emergenze archeologiche, visibili e in parte interrate, tra cui i resti di un antico edificio cultuale (III sec. a.C.), Il Tempio dell’Orto di
Mezzo, oggi inglobati in un moderno casale utilizzato come magazzino per gli attrezzi, fortificazioni murarie databili tra il V e il III a.C. e cisterne in opera laterizia.
Una significativa conferma dell’interesse archeologico del sito, sta nel rinvenimento fortuito, proprio nell’area occidentale, di un importante reperto, attualmente conservato presso il Museo delle Navi Romane di Nemi, venuto alla luce nel 1998.

Si tratta della splendida doppia erma in marmo risalente al II sec. d.C. che presenta il particolare bifrontismo barbato/imberbe caratteristico nell’uomo doppio aricino (Virbio) e che raffigura Herakles in due momenti diversi della vita: la giovinezza e la maturità (per un approfondimento cfr. Alberto Silvestri Le Erme Bifronti di Aricia, Palombi Editori 2005).
L’area va ad aggiungersi alle altre proprietà comunali dislocate lungo la Regina Viarum al XVI miglio dove insisteva la prima stazione di posta per il cambio dei cavalli (mansio) dopo Roma, quali il Parchetto Savelli-Chigi, di circa cinque ettari, l’area archeologica del
Torrione Chigi e la cd. necropoli del Satiro ai piedi di Colle Pardo.


Nell’ultimo tratto della Via Appia Antica ad Ariccia si conserva inoltre un grandioso monumento viario in opera quadrata che sopraeleva il lastricato della Regina Viarum, noto come Sostruzione, definita “magnifica” da Giovan Battista Piranesi. Si tratta difatti
di uno dei più spettacolari manufatti di tutto il percorso della strada romana da Roma a Brindisi, con il quale la via supera il vallone a sud-est dell’abitato di Ariccia. Si auspica che in un prossimo futuro si possa ricostruire l’unità territoriale e paesaggistica del
Parco dell’Appia Antica tra le aree separate per arrivare al completamento del Parco nella zona sud e a realizzare il sogno di Antonio Cederna: la costituzione di un grande parco dalla Capitale ai Castelli Romani. Questa strategia di sviluppo legata all’ecoturismo e al turismo slow dei cammini, che coinvolge anche il settore enogastronomico, potrebbe divenire il punto di forza attrattivo della città dei Castelli Romani, l’antica Aricia dei latini, che vanta oltre al patrimonio archeologico altre eccellenze ambientali come il Parco Chigi, ultimo lembo del bosco sacro di Diana, la
collina di Colle Pardo a confine con Genzano, oltre all’ingente patrimonio storico- artistico costituito dal Complesso Berniniano di Piazza di Corte (Chiesa di S. Maria Assunta, Palazzo Chigi) a cui si aggiunge all’inizio di Corso Garibaldi la Locanda Martorelli – Museo del Grand Tour.

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