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Consorzio di Tutela del Frascati DOC, prendono forma diritti e doveri dell’’erga omnes’

vino frascati

vino frascati

di Fabio Ciarla

Approvato all’unanimità il documento economico, l’Assemblea dei Soci del Consorzio di Tutela del Frascati DOC mercoledì 28 maggio ha discusso dei programmi per il futuro, delle strutture e delle risorse messe in campo per i soci e – soprattutto – dei nuovi diritti e doveri di un ente che, essendo stato riconosciuto con funzioni “erga omnes”, ha una serie di competenze nuove e importantissime per lo sviluppo del territorio e dei suoi vini.

“Da oggi – ha detto il presidente del Consorzio Mauro De Angelis – chi vuole utilizzare questo marchio deve contribuire alla sua valorizzazione”.

La novità più importante è infatti proprio le prerogative del marchio Frascati anche verso chi non è iscritto al Consorzio, i non soci d’ora in poi saranno obbligati a versare un contributo per la promozione del marchio Frascati all’ente di tutela in funzione dell’utilizzo della DOC. Ciò avviene in base a requisiti di legge che prevedono, per i Consorzi che richiedono l’“erga omnes” una rappresentatività minima del 40% dei produttori dell’area e il 66% della produzione totale. Tariffe diverse tra soci e non soci ovviamente, ma ugualmente dovute al Consorzio da parte di qualsiasi soggetto intenda utilizzare la denominazione Frascati DOC (a breve la procedura sarà estesa anche alle DOCG Superiore e Cannellino) per i propri vini.

La rivoluzione in questo senso sarà completata, grazie ad un introito previsto di 70/80 mila euro annui, da nuovi sforzi del Consorzio presieduto da Mauro De Angelis, che ha presentato i progetti già in essere. Innanzitutto la collaborazione con l’agronomo Giovanni Pica, chiamato proprio a gestire la questione erga omnes e i rapporti con la Regione e il Mipaf, soprattutto per reperire fondi. Pica sarà a disposizione dei soci del Consorzio anche per realizzare un altro dei sogni di De Angelis: “vogliamo capire chi, tra le aziende che fanno parte del Consorzio, potrebbe essere interessato ad uno spazio comune al prossimo Vinitaly. Sappiamo che 7 o 8 sembrano già potenzialmente parte dell’iniziativa, che sarà una promozione del brand Frascati e non del Consorzio. La nostra funzione, in questo caso, sarebbe più che altro quella di ente agevolatore nell’organizzazione e, per quanto lo consente la Legge, di catalizzatore di risparmi economici. Se potremo contare su una base di aziende disponibili – ha concluso De Angelis su questo punto – contatteremo Verona e vedremo di portare avanti la nostra idea”. 

La sguardo del Consorzio si allarga poi alla questione generale del come migliorare l’immagine del Frascati: “Utilizziamo le opportunità che abbiamo, come ad esempio quella del Cannellino, per migliorare la nostra capacità di venderci all’esterno. – ha detto ancora De Angelis – Siamo meno peggio di quanto l’immaginario collettivo ci dipinga e anche il ridimensionamento della nostra produzione pur se non ci fa piacere, può essere una spinta a lavorare sulla qualità”. 

“Con circa 80 mila ettolitri di vino prodotto siamo una DOC di media dimensione – ha concluso De Angelis – ma dobbiamo puntare a migliorare la qualità, anche trovando forme di sostegno per chi reimpianta nuovi vigneti. Come obiettivo per i prossimi anni abbiamo quello di riportare in equilibrio la filiera e provare a stimolare i nuovi investimenti. Mi sento moderatamente ottimista, ma vorrei riuscire anche a riportare sul tavolo della discussione – ha concluso il presidente del Consorzio Frascati DOC – il valore economico del nostro settore, per essere più rispettati dai nostri interlocutori politici che in alcuni casi sottovalutano l’importanza del vino”.

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