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Castelli Romani del Cuore – I luoghi FAI da votare ad Ariccia, Genzano e Nemi

Parco S.Cesarini

Di seguito l’elenco dei luoghi censiti di Ariccia, Genzano e Nemi che potrebbero ricevere finanziamenti per la valorizzazione.

di Cristina Borri

L’associazione Fondo Ambiente Italiano (FAI) promuove la decima edizione de “I Luoghi del Cuore”. Si ricorda che è possibile votare fino al 15 dicembre e qualora riteniate che manchino dei siti meritevoli di essere salvaguardati è possibile aggiungerli al seguente link (CLICCA).

Nei precedenti articoli abbiamo recensito le bellezze di Albano e Castello (CLICCA) e di Marino e Ciampino (CLICCA).

Questo terzo articolo tratterà le ricchezze di Ariccia, Genzano e Nemi, i piccoli borghi colmi di storia, miti e leggende. I loro incantevoli siti sono noti in ogni dove: Ariccia è simbolo di arte barocca inalterata nel tempo, come dimostra il Palazzo della aristocratica famiglia senese Chigi (CLICCA), una delle più eccezionali opere del Bernini e che non necessita di presentazioni; Genzano può vantare una struttura a tridente al pari di Parigi: le tre vie urbane che partono da Piazza IV Novembre (decorata con la simbolica fontana) e da Piazza Tommaso Frasconi, così chiamata in onore del Sindaco che lottò durante i Moti del Pane (CLICCA), e le tre vie verdi che partono da Piazza Dante: nate in origine come strade per le passeggiate in mezzo alla natura, è oggi rimasta in questo stato la bella e ombreggiata Olmata (CLICCA); Nemi è meta dei turisti, italiani e stranieri, che passeggiano per le vie del borgo storico o delle zone periferiche (CLICCA).

Vallericcia
Vallericcia

I paesi sono circondati dalla maestosità della natura incontaminata (CLICCA) in cui perfino gli immortali dei si addentravano, vivevano e nuotavano nelle fresche acque del Lago di Nemi (CLICCA): uno dei tre laghi vulcanici dei Colli Albani (CLICCA). Il terzo era Vallericcia (CLICCA), prosciugato in epoca romana per renderlo una zona edificabile.

In epoca medievale, i pellegrini della Via Francigena (CLICCA) percorrevano questi luoghi per giungere alla Città Santa.

Li “percorriamo” con questo articolo:

Villa di Vitellio (CLICCA): la dimora appartenente all’imperatore Vitellio (15-69 d.C.). A Nerone succedette al trono Otone. Il regno di quest’ultimo durò soli tre mesi poiché Vitellio gli dichiarò guerra. Sconfitto, Otone si tolse la vita per porre fine alla guerra civile. L’impero di Vitellio fu caratterizzato dalla sua politica di repressioni e vendette. Fu sconfitto e ucciso dalle truppe di Vespasiano.

Ponte di Ariccia

Ponte di Ariccia (CLICCA): Voluto per volere di Papa Pio IX, il ponte fu realizzato dall’ingegnere Ireneo Aleandri nella prima metà dell’Ottocento. Il ponte serviva a collegare Ariccia con Roma poiché l’Appia Antica la lasciava isolata. Una problematica identificata già dal Settecento: i Pontefici erano soliti dimorare nel paese. Aleandri realizzò l’opera ad arcate in muratura. Durante i bombardamenti del 1944, il ponte fu distrutto e in seguito ricostruito dall’architetto Alessandro Batochi. Nel 1967 crollò la parte centrale ma venne ricostruita in tempi brevi. Ad oggi il monumentale ponte è praticabile e offre uno splendido panorama verso il mare.

Collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo (CLICCA): Piazza di Corte saluta tutti con le fontane e gli edifici del Bernini. La Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo fu costruita ispirandosi alla struttura del Pantheon romano, come testimonia la cupola. Ai suoi lati sono edificati il Casino del Governatore e il Casino del Ministro. I Chigi vollero ampliare la collegiata poiché considerava la chiesa un’opera “misera” e non degna della loro famiglia. Ironicamente, al giorno d’oggi è considerata una delle opere massime dell’architetto. 

Colle Pardo

Colle Pardo (CLICCA): Colle Pardo è il polmone verde dei Castelli Romani. Il bosco nei primi anni del 2000 era in pericolo causa cementificazione. Pertanto, i cittadini si riunirono in un movimento spontaneo per la sua salvaguardia. Ancora oggi il luogo naturale è protetto dall’omonima associazione. Nel 2016 sono state censite circa 400 specie diverse di piante. Il bosco ospita animali come la volpe, l’istrice e il falco pellegrino. La flora è composta da castagni, faggi, querce e tigli.

Chiesa di Santa Maria del Pozzo (CLICCA): la tradizione vuole che delle fanciulle, in prossimità del pozzo situato vicino alla chiesa, abbiano assistito all’apparizione della Madonna. Fu costruita nel XVII secolo sopra la Cappella del Palazzo del Cinquecento: al suo interno è ancora presente la pala della precedente struttura in cui è rappresentata la Vergine Maria. È strutturata a navata unica con cappelle laterali e transetto. Curati affreschi decorano la struttura, la quale ospita gli stendardi utilizzati nelle varie edizioni della storica processione di paese e raffiguranti i patroni San Filippo e San Giacomo. 

Eremo di San Michele

Eremo di San Michele (CLICCA): La grotta naturale divenuta luogo di culto. Al suo interno sono presenti affreschi del 1400, tuttavia le fonti storiche testimoniano che già esistesse nel XII secolo. La vicina presenza della Chiesa di San Nicola del I secolo d.C., nonché di tombe cristiane, potrebbe suggerire che l’eremo venisse utilizzato fin dagli albori del Cristianesimo. I fedeli pregavano il Santo cosicché li proteggesse dai pagani, i quali pregavano le divinità divenute, nell’ottica della nuova religione, demoniache. San Michele, infatti, è il principe degli angeli ed è colui che lotta contro Satana. Inoltre, San Pietro raffigurato nella grotta, assieme ai Santi San Bernardino e San Sebastiano, tiene in mano un testo che recita ciò: “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il Diavolo, come un leone affamato cerca prede”.

Tempio di Diana

Tempio di Diana (CLICCA): Il luogo di culto i cui scavi sono iniziati nell’Ottocento e ancora oggi, anno dopo anno, riportano alla luce del Sole scoperte strabilianti su uno dei templi più rilevanti dell’epoca antica. Il tempio è un complesso steso su 45mila metri quadrati, dal perimetro di 200 metri per 175 metri. Gli scavi più recenti ipotizzano che possa essere stato edificato intorno al VII secolo a.C., tuttavia sono stati rinvenuti doni votivi del X secolo a.C.. Secondo il mito, furono Oreste e Ifigenia, i figli del prode Agamennone, a fondare il tempio dopo essere scappati dalla Tauride (attuale Crimea). Mentre, a instaurare la tradizione del Rex Nemorensis, il sovrano-sacerdote della dea che diveniva tale a seguito dell’uccisione del predecessore, fu Ippolito, figlio di Teseo. Dopo aver respinto l’amore della matrigna Fedra, quest’ultima lo accusò ingiustamente di violenza. Cacciato in esilio, Ippolito morì trascinato dai cavalli spaventati da un mostro marino inviato dal dio Nettuno. Diana riportò in vita l’eroe, il quale cambiò il nome in Virbio e nella sua nuova dimora, nel bosco sacro della dea, conobbe e sposò la bella Aricia. 

Castello San Gennaro

Castello di San Gennaro (CLICCA): Una struttura con tre fasi edilizie che spaziano dall’epoca antica fino al Medioevo. Nel I secolo d.C. era una villa con un impianto termale, nel XII secolo è divenuta castello di cui oggi sono rimaste le mura di tufo che cingono una pianura di circa settemila metri quadri. Si ipotizza che l’opera medievale sia stata della famiglia Annibaldi. La tesi è sorretta dall’ordine di Pietro de Sumoroso, all’epoca Prosenatore di Roma, che chiamò a sé tutti gli eserciti possibili per marciare contro Rocca di Papa e Cisterna. Tra le varie armate, venne convocata anche quella di “De sancto Inneraro”. Il Castello fu in seguito distrutto nel 1303 da parte dei Veliterni in quanto nemici degli Annibaldi.

Parco Sforza Cesarini

Palazzo e Parco Sforza Cesarini (CLICCA): Residenza della famiglia Sforza-Cesarini, la dinastia nata grazie al matrimonio tra Livia Cesarini e Federico Sforza. il Palazzo nacque in origine come fortezza durante le invasioni saracene del XII-XIII secolo e tramutato in dimora signorile una volta divenuto proprietà dei Cesarini. L’attuale ingresso del Palazzo era la via principale del borgo storico, al giorno d’oggi situata sul lato destro della struttura. Lo testimonia il dipinto della “Madonna dei Pellegrini” la quale veniva posta in ogni luogo di passaggio per benedire i passanti. La fisionomia odierna dell’architettura è ottocentesca. La residenza venne modificata dal Duca Lorenzo Sforza-Cesarini, fautore dello splendido Parco adiacente e realizzato in stile inglese: era, infatti, un eccellente regalo d’amore per la propria moglie Caroline Shirley, la quale aveva nostalgia delle verdi campagne d’Inghilterra. Il laghetto e la collinetta situati all’interno del parco sono una rappresentazione di Monte Cavo e del Lago di Nemi.

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