di Maria Lanciotti
Certo non s’aspettava di finire i suoi giorni proprio nei pressi del suo alloggio, più o meno stabile, al camposanto di Velletri. Ma è andata così, un’auto in corsa nella famigerata via Ariana in una notte dello scorso febbraio, Bocco che transitava da quelle parti forse diretto al suo giaciglio tra i loculi, il fatale scontro e più nulla. L’auto continua la sua corsa e Bocco resta a terra, forse a mirare il cielo senza più contestarlo.
E sul luogo della disgrazia cominciano ad arrivare fiori, attestando il bene e la simpatia che Bocco suscitava intorno a sé nonostante, o forse in virtù, del suo vivere irrequieto fuori da ogni schema.
Roberto Tesseri, detto Bocco, ora può andare in pace. Dopo laboriose indagini, chi lo ha investito lasciandolo morire a terra, da solo, nel freddo ‒ così com’era vissuto ma quella era una sua ‘scelta’ se tale può dirsi ‒ è stato identificato e si trova ora sotto accusa. E forse il più spietato giudice sarà proprio la sua coscienza, che non misura in tempi e modalità le pene che infligge.
E comunque un segnale forte di grande umanità e rispetto. Le sue scarpe allineate pronte per un giro di saluti alla città che lo ricorderà per un pezzo.
Ciao, Bocco.
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