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“Ho una Pericardite da Vaccino”: da Albano la drammatica testimonianza della dott.ssa Ivana Mazzarella. “La mia esperienza sia d’aiuto”

di Doriana Beranzoli

“La mia testimonianza mi auguro possa servire ad aiutare l’AIFA per studiare il mio caso e ad essere d’aiuto a chi, come me, ha avuto problemi legati al vaccino. Non sono contraria al vaccino, come dimostra il fatto che l’ho fatto, assumendomene la piena responsabilità”. Questa l’estrema sintesi delle parole della dott.ssa Ivana Mazzarella, Operatore di tecniche posturali e riabilitazione del pavimento pelvico e della diastasi.

Una donna energica e positiva, Ivana (che avevamo avuto modo di conoscere recentemente grazie al suo apprezzato “Street work out”), che non si risparmia nel darsi agli altri, così come ha dimostrato contattandoci, per rendere pubblica la sua testimonianza.

dott.ssa Ivana Mazzarella

Ivana Mazzarella, classe 1974, vive con la sua famiglia ad Albano Laziale, dove pratica discipline motorie. Proprio la consapevolezza del proprio corpo, il senso civico e il coraggio sociale, l’hanno aiutata ad affrontare quanto le è capitato dopo la seconda dose del vaccino.

Decisivo anche il giusto approccio mentale, con il quale è riuscita a gestire le crisi di cui è stata vittima dallo scorso 24 luglio, data in cui le è stata inoculata la seconda dose del vaccino presso l’Ospedale dei Castelli.

Ritengo opportuno premettere che non ho alcuna intenzione di fare cause o di chiedere risarcimenti, ma sono stata davvero tanto male e ho sentito forte il bisogno di parlarne, per aiutare chi si trova o si è ritrovato nelle mie stesse condizioni. Anche perché purtroppo ho scoperto che siamo in tanti…”, ha esordito Ivana quando l’abbiamo incontrata nel suo studio (CLICCA QUI PER GUARDARE la video intervista con riprese e montaggio di Piermarco Arata, ndr).

Ivana su consiglio del papà, un medico siciliano, prima di fare la prima dose del vaccino, programmata per il pomeriggio del 19 giugno, presso l’Ospedale dei Castelli, decide di effettuare un esame  sierologico quantitativo, per escludere la possibile presenza di un contagio da Covid in corso (IGM) e per fugare la possibilità di averlo contratto in passato (IGG): entrambi risultano negativi, così come documentato dai referti che ci ha mostrato.

intervista Ivana Mazzarella

Sabato 19 giugno, proprio sul finire della scorsa primavera, Ivana si reca pertanto presso l’Ospedale situato sulla Nettunense, ad Ariccia, per effettuare la prima dose del vaccino contro il Covid-19. Nell’occasione le viene inoculato il Pfizer e nei giorni a seguire tutto procede abbastanza bene, sino a che, a distanza di una quindicina di giorni, non inizia ad accusare quella che chiama una “esagerata pesantezza agli arti inferiori”.

Un mese dopo, in vista del suo secondo appuntamento con l’hub vaccinale castellano, decide di effettuare un altro controllo sierologico per capire che tipo di immunità le avesse dato la prima dose e al ritiro dei referti scopre di avere in dote un valore molto alto di IGG, pari a 1600.

E’ a quel punto che un suo endocrinologo di fiducia, il dottor Barbieri, le scrive quanto segue: “Sierologico molto alto, indice di ottima immunità, non sono sicuro che con questo livello sia giusto fare la seconda dose, parlane con il medico vaccinatore quando andrai…“.

Questo il consiglio che l’endocrinologo dà ad Ivana, che recandosi al NOC si comporta di conseguenza: sabato 24 luglio, in occasione della seconda dose, si presenta innanzi al medico vaccinatore, riportandogli quanto evidenziato dall’endocrinologo. Le viene però risposto che il richiamo va fatto e che avrebbe avuto al massimo febbre e spossatezza, le comuni reazioni avverse. Le cose vanno però diversamente e nei trenta minuti successivi all’inoculazione Ivana si sente male. All’interno dell’Ospedale viene assistita da una sua amica medico, che l’accoglie in reparto e la monitora con il supporto telefonico di suo padre. Momenti per lei drammatici, che ripercorre con commozione: “E’ stata la prima volta nella mia vita che avevo dolori così forti, parestesie ai piedi, un forte senso di pressione toracica e il cuore che sembrava volesse scoppiare, avevo davvero paura di morire”…, ci ha confidato.

studio Ivana Mazzarella testimonianza

La crisi è durata circa 3 ore ed è stata purtroppo la prima di una lunga serie in cui si manifesteranno gli stessi sintomi: parestesie ai piedi, alle quali si aggiungeranno anche quelle agli arti superiori, crisi ipertensive, tachicardia e sempre quella angosciante sensazione di qualcosa che le schiacciava il torace, opprimendola. Da li inizia un calvario durato diverse settimane, perché oltre alle crisi, ha raccontato, “non avevo più la forza di muovermi e lavorare, tantomeno di uscire di casa”.

Un periodo duro per lei, che non si esime dal ripercorrerlo: “Ho provato inizialmente un grande scoramento perché non venivo creduta e i sintomi che riportavo venivano scambiati per attacchi di panico o crisi d’ansia, ma io sapevo che non era così. Conosco me stessa e so riconoscere i segnali del mio corpo, grazie ai miei studi e al mio lavoro. In questo percorso di sofferenza la rabbia piano piano  l’ho messa da parte perché non potevo permettermi di disperdere le mie flebili energie e mi sono concentrata su me stessa, per cercare di guarire”.

La crisi peggiore, tuttavia, è stata quella del 19 agosto, “e ancora una volta non sapevo quanto sarebbe durata…“. Nonostante il suo fisico indebolito ed il suo stato emotivo provato, quasi sopraffatta da un senso di angoscia e dolore, Ivana continua ad approfondire la situazione con analisi e pareri medici, su tutti quelli del dottor Ziantoni, arrivando anche ad inviare i moduli all’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), alla quale segnala la sua reazione avversa.

Una trafila lunga, ed anche economicamente dispendiosa, finché non riesce ad ottenere una diagnosi definitiva. Questo accade in seguito ad un articolo che riporta l’esperienza di una giovane attrice che raccontava di aver avuto i suoi stessi sintomi: è così che Ivana decide di affidarsi allo stesso cardiologo, il prof. Massimo Massetti , Direttore del Dipartimento di Medicina Cardiovascolare e Direttore della U.O.C.  di Cardiochirurgia del Policlinico  Gemelli di Roma, che le diagnostica una pericardite da vaccino.

Testimonianza a Doriana Beranzoli di Ivana Mazzarella

“Dopo aver avuto la diagnosi ho iniziato una terapia farmacologica mirata e ora il versamento di liquido sta migliorando, anche se persiste uno scollamento del pericardio anteriore. L’essere una sportiva mi ha aiutato nella ripresa, anche se può aver favorito questa problematica. Sono in via di guarigione ma dovrò sempre monitorare la mia situazione per scongiurare possibili recidive”.

“Il senso di questa mia testimonianza – prosegue Ivana –  è allora quello di sensibilizzare l’attenzione nei confronti di coloro che si trovano ad affrontare reazioni da vaccino, affinché gli venga fornito un aiuto concreto e tangibile, perché non tutti hanno la forza, la cultura e i mezzi economici per affrontare tali situazioni. 

Cerco nel mio piccolo di dare coraggio a chi sta vivendo esperienze simili: lo faccio giornalmente nella chat degli “Effetti Avversi”, in cui sono iscritta, ma anche io ho ancora bisogno di aiuto e mi sono affidata ad una psicoterapeuta che mi supporta in questo mio percorso di ripresa”.

“La cosa peggiore è quando dici di stare male e non ti credono…”. “…La mia testimonianza spero che serva comunque per rendere ancora più sicuro il vaccino, partendo dalla consapevolezza che, come con tutti i farmaci, le reazioni ci sono; ma esiste una sanità positiva , in grado di affrontare il tutto…”.

MAZZARELLA IVANA

La diagnosi – ha ricordato – è stata quella di pericardite per reazione da vaccino, caratterizzata da versamento del pericardio anteriore ed ispessimento importante del pericardio posteriore. Spero che la mia testimonianza serva all’AIFA per studiare il mio caso e rendere il vaccino più sicuro, sensibilizzando le persone a comunicare e segnalare le reazioni avverse, che possono d’altronde esserci come con tutti i farmaci”.

Adesso – conclude Ivana – sento la necessità di essere circondata da un senso di tranquillità, perché sono molto provata. Ciononostante non potevo esimermi dal raccontare la mia esperienza, perché tante persone sono confuse e impaurite, si trovano ancora senza una diagnosi e non sanno a chi rivolgersi o cosa fare. Spero davvero che il mio esempio le incoraggi a trovare un aiuto e a venirne fuori…”.

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