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Velletri ha onorato il 25 Aprile: col Sindaco Pocci anche i suoi sfidanti Servadio e Cascella fotogallery

Generico aprile 2023

Si è tenuta questa mattina in piazza Garibaldi, dinanzi al Monumento ai Caduti di tutte le guerre, la cerimonia di commemorazione del 25 Aprile, Festa della Liberazione.

Erano presenti alla manifestazione il Gonfalone, le Associazioni militari, civili, religiose e di volontariato e le autorità.  I gruppi Protenzione Civile di Velletri, ANPI Velletri, l’associazione nazionale di Polizia di Stato, la sezione V. de Rossi della Finanza, i rappresentanti delle forze di Polizia e dell’arma dei Carabinieri.

A partecipare anche il Sindaco Orlando Pocci e gli sfidanti alle Comunali del 14-15 maggio, Fausto Servadio e Ascanio Cascella (quest’ultimo in compagnia di Chiara Ercoli, che sarà vicesindaca in caso di suo successo alle Amministrative, ndr).

Di seguito il discorso commemorativo del 25 aprile 2023 del Sindaco uscente di Velletri Orlando Pocci:

“Il significato morale della parola liberazione è il sollievo e l’eliminazione di un’oppressione, ecco perché questa parola è stata, giustamente, associata al 25 aprile 1945 quando venne estirpato il male assoluto del nazismo e del fascismo che avevano tentato di assoggettare l’umanità alla loro squallida visione.

Il dibattito al quale stiamo assistendo in questi giorni e il ritorno di parole gravi, pronunciate anche da esponenti delle istituzioni e del governo, confermano ancora una volta l’attualità della Festa che oggi celebriamo in tutta Italia guidati dalla saggezza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Un tripudio di gioia si riversò nelle strade di tutto il Paese, la guerra era finita si poteva guardare al futuro con rinnovata speranza, con la consapevolezza che sarebbe stata dura restituire dignità alla comunità nazionale ferita e lacerata da una spaccatura profonda tra chi aveva capito per tempo e si è era schierato subito con la Resistenza, e chi era ancora coinvolto nell’illusione del fascismo.

A terra erano rimasti i morti e le bombe, dolore e pericolo con i quali convivere ma con la rinnovata forza che profondeva la Libertà ritrovata, Libertà di parlare, Libertà di lavorare, Libertà di costruire un mondo nuovo basato su regole nuove.

Le spore della Costituzione e dell’Europa, custodite clandestinamente dai padri e dalle madri repubblicane, prendevano aria e iniziava a formarsi la convinzione che avremmo saputo riscattare quegli anni bui ricordando al mondo intero che qui era nato l’umanesimo e che le donne e gli uomini avrebbero ri-conquistato e regolato i diritti negati.

Diritti per i lavoratori, diritti per le donne, diritti all’istruzione per le bambine e i bambini, diritti per la salute pubblica, diritti per la tutela del paesaggio, solo per elencare alcuni dei cardini della Carta costituzionale che sono alla base dello sviluppo e della prosperità del nostro Paese.

Oggi li dobbiamo difendere dai nuovi rigurgiti che ogni giorno traspirano da una cultura revisionista che ancora ristagna in una parte del Paese.

Ecco perché il 25 aprile è una data fondativa della nostra comunità, non è solo la celebrazione della fine della Guerra bensì l’inizio di una nuova stagione che ancora produce frutti di civiltà che sappiamo cogliere maggiormente in questo terribile periodo di crisi globale.

La libertà è nella ragione e nella volontà della persona; è nelle condizioni sociali, economiche, culturali che la favoriscono; nelle scelte dei governanti che la promuovono, tutelano e la difendono da tutti i fascismi possibili. Le donne e gli uomini della Resistenza hanno dato la vita per una democrazia libera e seria, un bene vitale, inestimabile e necessario. Non hanno dato la vita per alimentare il dibattito da stadio al quale stiamo assistendo in questi giorni.

I ministri hanno giurato di essere fedeli alla Costituzione, figlia della liberazione dal fascismo. Su questo non si può scherzare o far finta di niente. Altrimenti questo Paese rischia molto. Non perché possa ritornare il fascismo, ma perché di fatto si sta alimentando una cultura, specie nei giovani dove offendere e vilipendere persone e istituzioni è ritenuto non solo possibile ma anche di moda e indispensabile per carpire consenso.

Questo il rischio che corre il Paese, questo è l’argine che l’Italia Libera, Laica e Antifascista deve alzare per difendere sé stessa.

Viva la Libertà
Viva l’Italia repubblicana
Viva l’Europa dei popoli”

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