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Genzano, le “Mezze Verità” di Fabri Fibra in onore di Fabrizio Procaccini sotto la Chiesa Nova

scritte Fabrizio procaccini

L’anonima “penna” di un writer ha lasciato un messaggio sovraimpresso sui muri sottostanti la “Chiesa Nova” di Genzano, a poche ore dalla tragedia che è costata la vita a Fabrizio Procaccini, il 14enne di Ariccia venuto a mancare proprio nella Genzano che gli aveva dato i natali, nel 2009, e di cui ieri sono stati celebrati i funerali.

“Fabrizio Vive” è la scritta che campeggia, appena sotto il nome e cognome del 14enne e la data del suo improvviso decesso, frutto di una disgrazia avvolta dall’imprevedibile fatalità propria di tante tragedie. Poi, la citazione di una popolare canzone del rapper Fabri Fibra, “In Italia”, uscita nel 2008, quando Fabrizio non era ancora venuto al mondo, e rivisitata proprio all’inizio di quest’anno.

“Sei nato e morto qua, nel Paese delle mezze verità”, è il testo di quanto è stato scritto sui muri della più importante chiesa genzanese, citando proprio la parte più conosciuta del brano dell’artista di Senigallia, il cui remake è uscito proprio poche settimane fa, in un featuring con Emma Marrone (che nel ritornello ha sostituito l’originaria voce di Gianna Nannini) e Baby Gang.

Un brano che rappresenta una critica aperta ad una certa Italia e se davvero “una penna può far più male di un’arma” la citazione di una canzone del genere non appare certo banale, visto che il teatro della tragedia in cui il povero Fabrizio ha perso la vita, quello di una via Perino in cui da anni vigeva il divieto d’accesso, lascia aperti una serie di interrogativi su cui anche in Consiglio comunale si tornerà a soffermarsi.

L’accesso è stato fisicamente sbarrato solo nelle ultime ore, tramite l’apposizione di transenne. Un’area, quella circostante alla tragedia, interessata dai lavori legati al PNRR, interrotti per sopraggiunti problemi e contenziosi, tra alberi disboscati, polemiche e numerosi appelli che hanno prodotto schermaglie politiche e battaglie legali.

FABRIZIO PROCACCINI

Nessuno avrebbe potuto prevedere una tragedia del genere, nessuno. Neppure nel Paese dei Cucchi e dei Tortora, quello avvolto da tante “mezze verità”…

Eppure c’è da sperare che si sia fatto tutto quanto opportuno per evitare la disgrazia che ha spento per sempre il sorriso di un ragazzino che avrebbe meritato ben altra sorte e che ha avuto la sfortuna di pagare con la vita la genuina ed incolpevole esuberanza della sua gioventù.

Ed è una Genzano inevitabilmente più triste e malinconica quella che con quel maledetto ramo ha visto spezzarsi anche il proprio cuore; la Genzano in cui si era accesa e poi si è spenta così presto la luce di un bambino…“nato e morto qua”.

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