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Licenziamenti Formalba, il punto del Sindacato Generale di Base: ‘Il Fondo di Integrazione Salariale ultimo ammortizzatore sociale possibile’

formalba sindacati

 

Emergono novità, dal Sindacato Generale di Base (SGB) in merito ai licenziamenti legati a Formalba. “Siamo in dirittura di arrivo” si legge sul sito del Sindacato, dove si aggiunge poi quanto segue: “La prima tappa della trattativa sindacale scaturita dalla richiesta di esuberi fatta dall’azienda si sta concludendo con l’utilizzo di un ammortizzatore sociale, il Fondo di Integrazione Salariale (FIS). Il FIS, costituito dai versamenti di aziende e lavoratori all’INPS, consente di restituire al lavoratore l’80% della riduzione oraria applicata, per un massimo di 12 mesi. Si tratta dell’ultimo ammortizzatore possibile per Formalba, dopo CIGS e Solidarietà difensiva. La richiesta di riduzione è del 16,7% per tutti i docenti (compresi dirigenti/direttori come richiesto anche da SGB) a tempo pieno e indeterminato ed il 40% per tutti gli amministrativi ed ausiliari.

“SGB ha formulato una proposta articolata, dai più apprezzata per la coerenza e la fattibilità. L’unica critica: i tempi lunghi per la sua realizzazione. Una critica che accettiamo come voluta; infatti, siamo convinti che, senza una impostazione complessiva, una inversione totale delle modalità di gestione, Formalba non può sopravvivere, a meno che i lavoratori non accettino di pagare da soli tutto il conto dello sperpero di questi anni. Proprio nell’intento di invertire pratiche di gestione dannose e pericolose, il nostro impegno nel tavolo di questi lunghi mesi è stato incentrato sulla richiesta di prendere la strada della stabilizzazione di tutti i lavoratori che in Formalba lavorano da anni con contratti atipici o addirittura a partita Iva.

Abbiamo chiesto più volte quanti siano i lavoratori in questa condizione, non abbiamo avuto nessuna informazione ufficiale; eppure, il costo del lavoro totale comprende anche questo importante capitolo di spesa. A noi risulta che siano almeno 20 e molti impiegati in materie di base, quindi, “non” dei liberi professionisti. Il pericolo che temiamo è che con l’applicazione del FIS possa essere il viatico ulteriore di un peggioramento delle condizioni dei lavoratori già stabilizzati attraverso una loro parziale sostituzione con lavoratori più esposti a pressioni in mancanza di tutele e garanzie di continuità. È evidente che sia interesse di tutti i lavoratori sciogliere questo nodo; se la pianificazione dei corsi formativi necessita di ore aggiuntive di lavoro, ai lavoratori con questi contratti va fatta la proposta di regolarizzazione secondo quanto previsto dal CCNL della Formazione Professionale. Diciamo si ai contratti di lavoro subordinati secondo CCNL e no all’uso indiscriminato del precariato senza tutele“.