Cultura

Monte Porzio – Dalle rovine del Tuscolo riaffiorano reperti di grande pregio: il convegno sulle antiche terme romane

Si è appena conclusa l’ultima stagione di scavi nell’area archeologica del Tuscolo. A Settembre aveva creato grande risonanza il ritrovamento di una statuta in ottimo stato conservativo  e di grande pregio artistico raffigurante un busto femminile panneggiato, una scoperta che è stata possibile grazie ad un più ampio progetto che ha visto gli archeologi della Scuola Spagnola di Storia ed Archeologia di Roma impegnati in attività di scavo dall’ottobre 2022 a luglio 2023. Progetto seguito dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma e la Provincia di Rieti e commissionato dalla XI Comunità Montana del Lazio – Castelli Romani e Prenestini nell’ambito del progetto Tuscolo Eterna Bellezz@ il cui termine è previsto per il 2025.

La direttrice degli scavi, dott.ssa Rosy Bianco, ha illustrato nel corso del partecipato convegno “Le terme romane: caratteristiche e peculiarità del complesso tuscolano” – tenutosi nella giornata di ieri nella sala dell’Ephebeum di  Monte Porzio Catone, non solo le caratteristiche degli ambienti riportati alla luce e dei reperti in essi ritrovati, ma anche gli studi antecedenti e i rilievi non invasivi che hanno portato all’individuazione di queste strutture che erano ormai completamente ricoperte.

Le indagini erano iniziate già nel 2015 tramite informazioni ricavate con telecamere termiche in volo, che hanno permesso di individuare irregolarità del terreno successivamente ispezionate con camere geotermiche e georadar che hanno permesso di ipotizzare la presenza di strutture sottostanti. Con questi dati si è poi deciso di aprire gli scavi in due zone diverse, che hanno confermato la presenza di strutture sepolte di epoca romana e di epoca medioevale.

Con i successivi scavi sono venute alla luce strutture di epoca romana consistenti in stanze di impianto termale con rivestimenti parietali e pavimenti in mosaico e in marmo. La seconda area di indagine era stata individuata tramite i rilievi termici in volo, che lasciavano presupporre la presenza di un muro della lunghezza di 29 metri: gli scavi hanno confermato l’ipotesi e portato alla luce uno dei muri perimetrali di una grande chiesa di epoca medioevale. Nella navata centrale di questa struttura, di cui sono emerse tre delle mura perimetrali, è stata ritrovata anche la trama di un pavimento in marmo ben conservata ed alcuni frammenti che hanno permesso di datare la struttura al XII secolo D.C.

Il pavimento, nato per una struttura coperta, si sarebbe rovinato rimanendo all’interno degli scavi ed è stato quindi rimosso dopo un’opera di consolidamento. Sono state individuate inoltre sia all’interno della chiesa che al suo esterno alcune aree ad uso sepolcrale con una sepoltura unica completamente intatta. In epoca medioevale durante la costruzione della chiesa avevano già recuperato una parte dell’impianto termale, di cui una parte ancora si trova lungo il perimetro laterale della chiesa.

Il complesso termale risale all’epoca adrianea, II secolo D.C. ed è stato scoperto essere più grande di quanto ipotizzato, andando a colmare proprio quella zona compresa tra le due aree di indagine iniziali. In questo complesso sono stati individuate varie stanze con mattoni ben conservati con tanto di bolli laterizi (dei marchi di fabbrica che portavano incisa la data e il luogo di fabbricazione del mattone). Si suppone inoltre che questo complesso sia più grande di quanto emerso fin ora poiché tra le stanze rinvenute vi è un corridoio che prosegue nella zona confinante con l’area di indagine.

Una delle stanze riportate alla luce è stata identificata come latrina mentre un’altra come prefurnium, cioè dedicata all’accensione del fuoco per il riscaldamento, la stanza più grande aveva invece un pavimento sospeso, come testimoniano le colonnine rinvenute, per consentirne il riscaldamento tramite il calore prodotto nella stanza dedicata all’accensione del fuoco, il cui calore veniva poi veicolato al disotto di questa pavimentazione sospesa. Si presume inoltre che questa stanza fosse in realtà una grande vasca, resta ancora da capire come vi fosse convogliata l’acqua, che probabilmente proveniva dalle due cisterne i cui resti sono stati rinvenuti all’interno del sito archeologico. In questa stanza sono stati rinvenuti numerosissimi frammenti di stucco provenienti dalle decorazioni parietali e dai soffitti. La lavorazione di questi frammenti è di grande pregio ed altissima qualità, a livelli non inferiori di tanti ritrovamenti effettuati ad esempio a Pompei, e il loro studio permetterà di capire che tipologia di tetti (piani o a volta) chiudesse queste stanze.

Nell’ambito del progetto Tuscolo Eterna Bellezz@ è stato anche ampliato lo scavo della Via dei Sepolcri, che collegava la zona abitata all’anfiteatro, per cui è prevista l’inaugurazione domenica 12 novembre alle ore 10:30.

“La statua femminile ritrovata al Tuscolo” è invece l’appuntamento dedicato a questo eccezionale ritrovamento previsto per mercoledì 15 novembre alle 17:00 nella Sala degli specchi di Palazzo Marconi a Frascati, in cui il Dott. Antonio Pizzo, Direttore della Scuola Spagnola di Storia ed Archeologia a Roma, parlerà del ritrovamento di questo prezioso reperto e degli studi e restauri che su di esso si stanno conducendo.

Sono numerosi i reperti emersi nel tempo dalle rovine di Tuscolo, basti pensare che i primi scavi sono stati effettuati già nel 1800, purtroppo però gran parte di essi sono conservati al di fuori del nostro territorio nel castello di Agilè in Piemonte e in musei come il Louvre e l’Hermitage. Si auspica che i ritrovamenti più recenti, come ad esempio i frammenti di decorazioni a stucco, di pavimentazioni marmoree, mosaici, capitelli, vengano d’ora in poi conservati sul territorio in cui sono stati ritrovati in un progetto che coinvolga tutti i Comuni che ne fanno parte, come auspicano Francesca Galli, responsabile del progetto per la Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini e insieme a lei Serena Gara, direttrice del medesimo ente e il Sindaco di Monte Porzio Catone Massimo Pulcini.

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